E’ rappresentata dalla eccessiva prominenza del padiglione e dalla mancata formazione di alcune fisiologiche pieghe che rendono l’orecchio tipicamente sporgente, grande e piatto: ciò che noi medici chiamiamo orecchio “prominente” oppure, a seconda delle varianti di ripiegamento del padiglione auricolare: “ad ansa” o “a conchiglia”.
Nella tecnica che eseguiamo le incisioni vengono praticate nel solco retro-auricolare e alla fine dell’intervento vengono chiuse con punti di sutura, lasciando quindi cicatrici ben occultabili anche con un corto taglio di capelli.
Viene sempre applicata una fasciatura contenitiva (a turbante o a caschetto) che va mantenuta per 24/48 ore, per essere poi sostituita da una comune fascia elastica del tipo “da tennista”, allo scopo di sostenere le garzine che proteggono le ferite dietro le orecchie.
A differenza da quanto si potrebbe pensare, non si tratta di un semplice intervento di rimozione cutanea, ma di un delicato intervento di rimodellamento delle cartilagini auricolari e come tale va eseguito da Specialisti in Chirurgia Plastica ed Estetica o ORL, in ambiente rigorosamente sterile (non certo un semplice ambulatorio medico) e sotto controllo anestesiologico.
Va inoltre fatta chiarezza sull’utilizzo o meno del Laser: in questo tipo di chirurgia l’uso del Laser a Co2 non può apportare nessuna significativa miglioria e non è assolutamente vero che le incisioni cutanee praticate con il laser possano garantire una migliore cicatrizzazione (questo detto da chi, come me, usa il Laser da 30 anni, oltre a dirigere un Centro Laser d’eccellenza!).